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PORNOGRAFIA:

NON TI DA' LA CAPACITA' DI CRESCERE COME UOMO

 

CHIEDI AIUTO SE DA SOLO NON CE LA FAI

 

La storia di Giorgio

 

Tutto è cominciato, mi disse, quella maledetta mattina di tanti anni fa, avevo 16 anni e mi avevano passato un rivista porno. La portai a casa e la guardai, riguardai e poi guardai ancora.

 

Fu l’inizio di un’ossessione durata decenni, sapevo che era sbagliato, sapevo che mi stava inducendo a fare cose che a mente fredda ritenevo del tutto inaccettabili, ma non riuscivo a liberarmene. Centinaia di volte ho promesso che era l’ultima volta senza mai riuscire a dare seguito alla promessa.

 

Piano piano mi resi conto che la necessità di appagamento costante andava al di là del solo aspetto sessuale. In anni di utilizzo della pornografia, la mia mente era stata condizionata a gratificare qualsiasi desiderio, a cedere ai sensi , a diventare auto-indulgente.

 

Dapprima ne risentì il mio rendimento scolastico: tra studiare e passare ore lontano da tutti con le donne vogliose delle riviste, sceglievo sempre la seconda opzione. E anche quando avevo finito il mio gioco di autoerotismo, studiare non mi sembrava più così attraente. Abbandonai lo sport perché i sacrifici che imponeva cominciarono a sembrarmi troppo alti.

 

Negli anni la cosa coinvolse la sfera professionale, appagare ogni piccolo desiderio era prioritario rispetto a fare il mio dovere,prendere un caffè, chiacchierare con il collega, organizzare le tabelle delle vendite sul computer veniva sempre prima che chiamare il cliente o recuperare un insoluto.

Diventai pigro e propenso a fare sempre le cose facili, a non impegnarmi mai fino in fondo. Non avevo appagamenti a lungo termine, non raggiungevo obiettivi, non ricevevo lodi.

 

Ma che mi importava c’erano le mie quotidiane sessioni con le porno dive a darmi piacere. Mangiavo ogni volta che ne avevo voglia, di tutto, continuamente, cominciai a bere dopo il lavoro, vino, birra, superalcolici. Non divenni mai un alcolizzato, ma bevevo molto anche se raramente fino al punto di ubriacarmi.

Tutte abitudini che prima non avevo e che seguivano lo stesso stimolo della pornografia: "appaga te stesso ora qui" .

 

Ci misi anni a capire che la mia costante mancanza di autostima, il mio autocommiserarmi, la mia indolenza, il mio essere perennemente sovrappeso nascevano tutte dallo stesso problema: la pornografia.

 

La pornografia aveva modellato il mio carattere inducendomi a fare in ogni campo ciò che mi dava gratificazione immediata. Aveva tirato fuori il peggio e mi aveva impedito di sviluppare la parte migliore di me, quando armato di questa nuova consapevolezza decisi di riprendere in mano la mia vita.

 

La mia risolutezza si scontrò con un nuovo problema. Una ragazza russa mi contattò tramite una chat di internet mostrandomi delle sue foto intime. Stavo per partire per la Russia per un viaggio di lavoro che mia avrebbe portato nella sua città. Per farla breve ci incontrammo e tutto ciò che avevo visto per decenni su riviste e siti porno riesplose prepotentemente di fronte alla possibilità reale di mettere in pratica le mie fantasie.

 

Le scarse difese che avevo costruito nelle settimane precedenti cedettero in un attimo. Tradii mia moglie,ma tradii anche i miei figli e la fiducia che innocentemente avevano riposto in me.

Non passò molto prima che mia moglie a sua volta trovasse fuori casa l’appagamento affettivo che diceva di non ricevere. Diede a qualcun altro ciò che non era più disposta a dare a me.

 

La mia famiglia si è sgretolata nel giro di poche settimane.

 

La cosa più triste e patetica fu la sua conclusione, si mise la testa tra le mani e disse: “se solo non avessi mai accettato quella rivista quella maledetta mattina”.

 

Anna Cavallo

 

10 novembre 2019

 

Fonte

Mark B. Kastleman, "The Drug of the new millenium", 2007

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