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NULLA SARA’ PIU’ COME PRIMA!

 

Viviamo da reclusi da un bel po' di tempo, quanto basta per cominciare a fare delle riflessioni su cosa sarà del nostro vivere futuro.

Mi ritengo fortunata perché avendo un piccolo giardino, posso guardare il cielo, sentire il calore del sole e respirare aria fresca senza essere multata! 

In questo periodo anche un piccolo portico, dal quale scrivo questa mia riflessione, sembra un sogno per molti reclusi in appartamenti minuscoli, senza nemmeno un balcone, dove si vive in tre o quattro persone. Dove bambini e adolescenti cominciano a deprimersi o andare fuori di testa!

E’ bastato un esserino, un virus come tanti ma molto più attivo, a svelare l’inganno di onnipotenza umana e ridimensionare l’uomo a creatura e non Creatore, anche se i più ostinati continuano a venerare la dea scienza come fonte di ogni sapere.

Ho come l’impressione che ci sia qualcuno che, per nulla turbato da questa tragedia, usi questa situazione di fragilità sociale per portare avanti politiche considerate “impopolari” in altri momenti, ma che la percezione del panico generale legittima come “buone”.

Non intendo sminuire la gravità del momento, il dolore, lo smarrimento, le vittime innocenti di questa guerra incruenta.

La mia è una riflessione personale che desidero condividere, oltre lo stato di paura che ci ha reso una società fragile, manipolabile e disorientata.

Non vorrei essere additata ‘complottista’ o paranoica solo perché faccio delle considerazioni un po' fuori dal coro.

E’ evidente l’esistenza di un gruppo di persone che intende fare “pressione”, che usi cioè questa emergenza per interessi che non definirei propriamente collettivi, anche se proposti come un beneficio per la collettività. Piuttosto si delinea una pianificazione che assicuri guadagni ad organizzazioni capaci di sfruttare a loro vantaggio momenti di crisi, una economia di conquista che sfrutta i disastri e attribuisce ad una élite il potere finanziario e politico di interi paesi.

A questo punto molti di voi mi daranno della folle, qualcun altro dirà che forse è una riflessione condivisibile. Questo è il mio scopo: la pluralità di pensiero. Nulla di più grave in questo momento del pensiero unico! Ma non finisce qui…

Non so se anche voi avete notato come nel nostro Bel Paese c’è una militarizzazione mai vista prima! Nemmeno nel periodo più buio della nostra storia, gli anni di piombo iniziati nel 1972, o nei momenti difficili di lotta alla mafia, o per il controllo del traffico della prostituzione, della droga, del caporalato, si sono usati droni, elicotteri, posti di blocco, di polizia, carabinieri, militari, polizia municipale. Tutti le forze in campo dispiegate per multare i delinquenti che oltrepassano i 200 metri dalle proprie abitazioni.

Vi sembrerà strano, ma io sono stata favorevole al lockdown che nel periodo iniziale andava giustamente rispettato, ma non si può vivere da reclusi per mesi senza una pianificazione e una programmazione logica che riporti la gente a vivere, a sperare. Il contagio esiste, ha mietuto vittime innocenti, ha decimato paesini nel Nord Italia. Ora però conosciamo il nostro nemico e quindi dobbiamo combattere con gli strumenti che abbiamo a disposizione per evitare ulteriori stragi. Ci dobbiamo attrezzare per convivere con un nemico invisibile che non ci abbandonerà facilmente. Non ci si può fermare alla reclusione totale di un popolo che rischia di impazzire.

Nulla sarà più come prima! Non so se sarà miglio o peggio, ma il concetto di società e di uomo ha subito un mutamento indelebile, che comporta una trasformazione epocale. Indietro non si torna!

Sui balconi si cantava “Andrà tutto bene”… 

Forse andrà tutto bene ma ad una condizione: essere tutti consapevoli che il nostro modo di vivere è per sempre cambiato.

La mia domanda è: fino a quando e fino a quanto si spingeranno le limitazioni alla libertà personale per ragioni di sicurezza sanitaria? La ritengo una domanda legittima, dopo la considerazione che nulla sarà più come prima. Faccio uso di una libertà che ancora non è stata ufficialmente soppressa: la libertà di pensiero ed opinione.

Mettere in discussione il pensiero unico dominate e porsi delle domande credo avvalori il principio di democrazia che ritengo debba continuare ad esistere.

Nulla sarà più come prima, perché abbiamo rinunciato a principi etici e politici che hanno contraddistinto la concezione di essere umano fino ad oggi, partendo da una visione classico-cristiana.

Era già in atto una trasformazione sociale ma questo evento traumatico ha accelerato i tempi ed ha catapultato la società in una nuova epoca. In poche settimane da uomini sociali e politici ci siamo trasformati in uomini virtuali.

Abbiamo rinunciato a principi etici e politici. Abbiamo accettato di far morire soli e senza un degno funerale i nostri cari, abbiamo accettato di sospendere relazioni di amicizia, di vicinanza, considerando il prossimo un possibile untore, ci siamo chiusi in casa con la paura di essere portatori di morte. Abbiamo rinunciato ai sacramenti su cui si basa la nostra fede. Abbiamo rinunciato al lavoro. Abbiamo rinunciato a tutto per un bene comune. Ma fino a quando possiamo sopravvivere così?

Abbiamo accettato “decreti di urgenza” con i quali il potere legislativo è venuto meno, abolendo la separazione dei poteri, principio cardine della democrazia per la quale il nostro popolo ha lottato in tempi passati.

Abbiamo creato precedenti che rischiano di lasciare un segno permanente. Lo abbiamo fatto in nome di principi morali, per salvare vite. E’ stata una scelta giusta ma che ha attaccato i pilastri della società, creando ferite indelebili e di questo dobbiamo essere consapevoli, per evitare che i danni si protraggano nel tempo.

A cominciare dai rapporti umani. A breve ci renderemo conto che lo svago, l’istruzione, il lavoro, la giustizia, la politica, si riqualificheranno in chiave virtuale limitando il contatto personale. Le autorità hanno già proclamato che le direttive di ‘distanziamento sociale’ devono essere osservate anche dopo l’emergenza. Si prevede un nuovo principio di organizzazione sociale, sempre per il bene comune ed in nome di valori morali.

Come i vaccini obbligatori per l’influenza nella Regione Lazio per gli operatori sanitari e gli over 65, con la speranza che non diventino obbligatori per tutti coloro che non vorranno vivere reclusi in casa come appestati, alla faccia della tanto acclamata autodeterminazione! Bambini, che dovrebbero sviluppare anticorpi, saranno poi sottoposti a vaccini obbligatori per l’influenza per poter accedere alle scuole? Non si sa, ma io una domanda me la faccio.

Rintracciare i portatori di Covid19 attraverso una app di tracciamento, bella idea, tanto siamo già tracciati in altri modi. Ma qualche domanda ce la facciamo? Siamo sicuri che il sistema funzioni bene e non identifichi dei falsi positivi creando panico e confusioni inutili? Siamo sicuri del rispetto della privacy?

Senza una strategia che preveda tamponi o kit di test rapidi per identificare i positivi, con monitoraggi continui che permettano l’isolamento dei contagiati, a cosa servono le app?

Quindi mi domando, perché per il bene collettivo l’Italia non investe sul sistema sanitario con creazione di ospedali covid? Si continua a morire anche di altro e i malati hanno tutti bisogno di assistenza.

Si prevede una seconda ondata di contagi per ottobre? Non facciamoci trovare impreparati.  Perché il  Governo non usa i fondi per l’essenziale, come presidi medici e dispositivi sanitari che permettono di lavorare in sicurezza sia gli operatori sanitari, si operai e lavoratori in generale. Lo farà? Così potremo tornare a vivere.

Quanti saranno i nuovi poveri se non si applicano strategie per ricominciare a lavorare? Da dove prenderemo i fondi necessari per mantenere uno Stato sociale che permetta istruzione e sanità per tutti?

Nulla sarà più come prima, ma evitiamo di permettere che le nostre libertà siano limitate a ciò che sarà ritenuto buono da un pool di tecnoscienziati. Dove sono progetti, programmi per la ripresa? O la soluzione al problema covid19 sono gli arresti domiciliari per tutti?

Dobbiamo imparare a gestire la paura da covid19 a livello personale ma soprattutto come società e anche in questo caso in nome di un bene collettivo, perché rischiamo di morire come Paese.

Nulla sarà più come prima, benvenuta società del dopo corunavirus!

 

Germana Biagioni 

 

20 aprile 2020

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