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Teoria gender e normalizzazione della pedofilia
«Il connubio tra "gender" e pedofilia è una tendenza che si è radicata in modo sotterraneo, divenendo un pericolo concreto per il prossimo futuro, mentre la maggior parte delle persone rimane totalmente all'oscuro di questa prospettiva.
L'ideologia "gender" viene presentata alle masse come l'emblema del progressismo moderno, vessillo in difesa delle minoranze. Nelle "alte sfere" dei fautori del "mondo gender la pedofilia viene addirittura ritenuta un punto necessario e inevitabile del progresso della morale umana.
Come abbiamo già visto, Kinsey e Money non avevano alcuna remora a riconoscere la pedosessualità e la pedofilia.
Così negli anni Settanta-Ottanta inizia un processo di normalizzazione della pedofilia a cominciare dalla creazione del PIE (Paedophile Information Exchanger), organizzazione inglese di attivisti pro-pedofilia che tratta della “emancipazione” dei bambini.
In Italia Mario Mieli, uno dei più seguiti capiscuola italiani del pensiero "gender", alla cui memoria è dedicato il Circolo di Cultura Omosessuale di Roma, scriveva nel suo saggio "Elementi di critica omosessuale": "Noi checche rivoluzionarie sappiamo vedere nel bambino non tanto l'Edipo, o il futuro Edipo, BENSÌ L'ESSERE UMANO POTENZIALMENTE LIBERO. Noi, sì, possiamo amare i bambini. Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di Eros, possiamo cogliere a viso e braccia aperte la sensualità inebriante che profondono, possiamo fare l'amore con loro. Per questo la pederastia è tanto duramente condannata: essa rivolge messaggi amorosi al bambino che la società, invece, tramite la famiglia, traumatizza, NEGA, calando sul suo erotismo la griglia edipica".
Nel 1981 Brian Taylor, docente di Sociologia nell’Università del Sussex, pubblica Prospettive sulla Pedofilia per contrastare il pregiudizio contro il sesso con i bambini.
Nel 1998 l’APA (American Psychiatric Association), dichiara che “il sesso consensuale tra bambini e adulti e tra adolescenti e bambini, dovrebbe essere descritto in termini più positivi come “amore intergenerazionale” e il termine pedofilo andrebbe sostituito con quello di “adulto attratto da minore”.
Il 5 dicembre 2000 Daniele Capezzone, che allora militava ancora nelle file dei radicali di Pannella, affermava: “Nessun ordinamento, se non un ordinamento nazista o comunista, può criminalizzare un orientamento sessuale in quanto tale, come “stato”, come “condizione”, come “essere”. Criminalizzare i pedofili in quanto tali, al contrario, non serve certo a tutelare i minori ma solo a creare un clima incivile, né umano, né, vorremmo dire, cristiano”.
Il 31 maggio 2006 il Corriere della Sera titola: “Olanda: nasce il partito dei pedofili”. Il nuovo partito denominato NVD (carità, libertà, diversità) propugna l’educazione sessuale a partire dall’asilo e l’abolizione del limite dei 16 anni per avere legalmente rapporti sessuali, perché educare significa far conoscere il sesso ai bambini e renderli capaci di decidere quando avere rapporti.
Sempre nel 2006 Marco Cappato, deputato europeo radicale, difendeva al TG2 il diritto dei pedofili olandesi ad avere il loro partito, esprimendo il desiderio che venisse regolato da leggi, “così non ci sarebbe violenza ma soltanto amore”.
Nel 2010 la Risoluzione del Comitato dei Ministri agli Stati Membri dell’UE 5/2010 intitolata “Sulle misure volte a combattere la discriminazione fondata sull’orientamento sessuale o sulla identità di genere”, al n.18 recita “gli Stati membri dovrebbero assicurarsi l’abrogazione di qualsiasi legislazione discriminatoria ai sensi della quale sia considerato reato penale il rapporto sessuale tra adulti consenzienti dello stesso sesso, ivi comprese le disposizioni che stabiliscono una distinzione tra l’età del consenso per gli atti sessuali tra persone dello stesso sesso e tra eterosessuali”.
Nel luglio del 2010 la senatrice radicale del PD Donatella Poretti, vicina al mondo omosessuale, chiedeva l'abrogazione degli articoli 564 e 565 del Codice penale sui reati contro la morale della famiglia. L'articolo 564 del Codice penale prevede la reclusione da uno a cinque anni per chiunque commetta incesto con un discendente o un ascendente, oppure con un fratello o con una sorella. La Poretti spiegava: "Due articoli inutili, dal momento che dal 1996 la violenza sessuale è divenuta un reato contro la persona e non più contro la morale, che creano una confusione tra peccato e reato, tipica di Stati confessionali e non laici come il nostro".
Nel luglio del 2013 un giornalista del sito LOSAI.EU ha intervistato il politico Marco Pannella, postando poi il video integrale dell'intervista su YouTube. Nell'intervista, Pannella difende la pedofilia e l'incesto, dichiarando che i problemi di fondo della nostra società sono la "sessuofobia" e il pregiudizio secondo cui il minorenne sarebbe "minorato" e quindi incapace di scegliere liberamente di avere rapporti sessuali con adulti.
Proprio nel 2013 la sentenza 8 novembre n° 45179 della Terza Sezione Penale della Corte di Cassazione, concede l’attenuante del “caso di minore gravità” per rapporti sessuali completi plurimi tra un sessantenne e una undicenne, sulla base della constatazione che la bambina era innamorata del violentatore.
Nel 2015 appare su New York time un articolo di Margo Kaplan una cattedratica americana, intitolato “Pedofilia: un disturbo, non un crimine”, che dichiara la pedofilia non una scelta ma una condizione naturale, arrivando al paradosso della vittimizzazione della categoria dei pedofili!
Ecco il quadro della situazione che non è aggiornato ad oggi, perché ancora molto c’è da scoprire! Cosa succede nella scuola italiana dal DDL FEDELI fino alla BUONA SCUOLA attualmente in vigore?
Ne parleremo presto!
Un po’ alla volta scopriremo cosa stanno facendo alla nostra società e come usino tecniche di propaganda per imporre il pensiero unico.
Germana Biagioni
20 agosto 2019
Fonti:
MALASCUOLA di Elisabetta Frezza
Enrica Perrucchietti e Gianluca Marletta nel libro «Unisex. Cancellare l'identità sessuale: la nuova arma della manipolazione globale» (Bologna, Arianna Editrice, 2015, pp. 149-154):