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Il cosiddetto

diritto

di morire

Eutanasia

1941: uscì un film in Germania dal titolo “Ich Klage An” (“I Accuse”) prodotto dal Ministero della Propaganda retto da Joseph Goebbel

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Nell’autunno del 1941 uscì un film in Germania dal titolo “Ich Klage An” (“I Accuse”) prodotto dal Ministero della Propaganda retto da Joseph Goebbel, creato per diffondere l'ideologia del nazionalsocialismo nella Germania nazista e controllare le espressioni culturali nel paese.

Il film fu proposto da Karl Brandt, uno dei principali responsabili di “Aktion T4”, per giustificare le misure intraprese e mettere a tacere le numerose critiche che portarono all’interruzione del programma T4 avvenuta nel mese di agosto. Il film era tratto dal romanzo Sendung und Gewissen («Missione e coscienza») del medico e scrittore Helmut Hunger, altro elemento chiave dell'Aktion T4.

Il film fu premiato nell’agosto del 1941 alla Mostra del Cinema di Venezia ed ebbe l’effetto desiderato di giustificare presso l’opinione pubblica tedesca la soppressione delle “vite indegne di essere vissute” come disabili fisici e psichici.

La storia è quella di un professore di patologia, Thomas Heyt, sposato con la giovane Anna, colpita da sclerosi laterale amiotrofica, la SLA. La malattia è diagnosticata dal medico di famiglia, Bernhard Lang, collega di Thomas e, in passato, corteggiatore di Anna. Lang è contrario all’eutanasia, e si prodiga per alleviare le sofferenze di Anna, mentre suo marito, Thomas, cerca una qualche cura efficace per la malattia, ma inutilmente. Alla fine Thomas decide di aiutare la moglie a morire, nonostante il parere contrario di Bernhard Lang.

Subito dopo la morte di Hanna, Bernhard sconvolto di fronte a quanto è avvenuto replica al marito “L’aveva chiesto anche a me, ma non l’ho fatto, perché l’amavo!” e il marito risponde “Io l’ho fatto perché l’amavo di più”.

Thomas viene accusato dal fratello di Anna di omicidio e portato in tribunale. Nel corso del dibattimento il suo anziano maestro Il professor Kriebelmeyer pronuncia la sua testimonianza:

“Per la straordinaria moglie del mio collega la vita fisica e spirituale si era trasformata in una agonia insopportabile, l'ho visto io stesso. A questo si è aggiunta la preoccupazione nel vedere il suo amatissimo marito soffrire profondamente a causa della sua malattia. Non poteva nemmeno liberarsi da sola dal dolore essendo paralizzata. Altrimenti l'avrebbe fatto lei stessa, perché era una donna determinata, piena di vita, intelligente e per amore del marito sarebbe stata capace di compiere un simile atto… Per la legge come medico ha esagerato ma lasciatemi esprimere la mia opinione personale. Un ordinamento giuridico che pretenda che un malato terminale debba soffrire sino alla morte senza che egli possa scegliere una fine caritatevole è un ordinamento contro natura e disumano. In natura chi non è più vitale, o smette di esserlo, muore subito. La scienza medica con i suoi medicinali, ha fatto sì che la grazia e il sollievo di una morte veloce, venissero rinviati artificialmente anche se il miglioramento o la guarigione fossero impossibili. Questo è il rovescio della medaglia della professione medica con cui ogni medico deve convivere nell’arco della sua carriera … Il famoso medico tedesco Paracelso ha detto: La medicina è amore. Io so che il professor Heyt ha agito solo per amore.

Il film fa emergere come i giurati convergano nella richiesta di assoluzione dell’imputato e di modifica della normativa per legalizzare l'eutanasia, soprattutto dopo l’intervento dell'ex sindaco della città dove si svolge il dramma, che dice:

“…e per quanto riguarda coloro che desiderano morire, perché un tempo sono stati sani e ora non ce la fanno più, credo che lo Stato, che ci impone il dovere di morire, debba anche darci il diritto di morire”.

Il dottor Lang arriva in Tribunale dopo esser passato a visitare una bambina che aveva aiutato a nascere e sopravvivere, nonostante avesse diversi problemi di salute, e che ora versava in condizioni gravissime. Tale visita e l’incontro con i genitori della bambina lo turbano profondamente, e gli fanno cambiare atteggiamento sia rispetto all'eutanasia, sia nei confronti del collega, che assolve da ogni responsabilità per la morte della moglie.

Nell’ultima scena Thomas pronuncia parole dure che suonano come una condanna verso uno stato e una società che non vogliono riconoscere alle persone il diritto di porre fine alle proprie sofferenze:

"... Ora sono io che accuso! Accuso una legge che ostacola medici e giudici nel loro lavoro a servizio della gente. Io non voglio che il mio caso sia nascosto sotto un tappeto. Voglio un verdetto. Non importa quale. Servirà come segnale, come possibilità di cambiamento. Lo confesso. Ho liberato mia moglie dalle sue sofferenze, seguendo la sua volontà. La mia vita dipende dal vostro verdetto e anche le vite di tutti coloro che dovranno sopportare la stessa sorte di mia moglie. Ora esprimete il vostro giudizio.”

Il film fu visto da 18 milioni di persone, come evidenziato nel “Rapporto dal Reich”, stilato dal “Servizio di sicurezza del Reich”, il 15/01/1942, che diceva anche come: “La maggioranza del popolo tedesco ha avuto quasi senza eccezioni (quelle delle Chiese in particolare, N.d.A.) una reazione favorevole; in base ai nostri rapporti riteniamo particolarmente significativi i seguenti punti:

1. Presupposto essenziale alla decisione di dichiarare un paziente incurabile viene considerato un consulto alla presenza del medico di famiglia.

2. Di tanto in tanto si solleva il problema se l’eutanasia vada applicata a tutti i casi, dato che vi sono i pazienti che anche con poco tempo da vivere davanti a sé sono spesso in grado di compiere un lavoro produttivo.

3. Ugualmente essenziale per procedere all’eutanasia è il consenso del paziente o, nel caso di malati di mente, il permesso dei parenti.

4. Regole severe vanno stabilite per prevenire gli abusi. In nessun caso la decisione può essere presa da una sola persona.

5. E’ opinione diffusa che solo un medico, a sua discrezione, possa praticare l’eutanasia.”

Il rapporto terminava evidenziando come: “… dalla massa di materiale disponibile emerge una generale approvazione della pratica dell’eutanasia, quando decisa da una commissione di più medici e con il consenso del malato incurabile e dei parenti. Il sentimento di approvazione generale trova la sua miglior espressione nelle parole pronunciate nel film dal Sindaco: lo Stato che ci impone il dovere di morire deve darci il diritto di morire”.

Al processo di Norimberga, Karl Brandt, medico personale di Hitler e direttore del programma di eutanasia, sostenne che il motivo alla base del programma era il desiderio di aiutare coloro che non potevano aiutare se stessi ed erano quindi costretti a prolungare la propria vita di sofferenza

Questa accettazione era diffusa anche in altri paesi. Negli Stati Uniti, ad esempio, un sondaggio Gallup degli anni '30 mostrava che il 45 per cento della popolazione giustificava l'eliminazione dei bambini nati con malformazioni. Durante il programma nazista, le categorie di persone cui si applicava l'eutanasia si sono allargate in successivi cerchi concentrici: prima i bambini disabili, poi i malati di mente, gli adulti disabili, i malati terminali, gli incurabili, gli anziani con demenza senile a gruppi considerati flagelli e piaghe sociali, come ebrei, omosessuali, zingari e dissidenti politici. Prima di raggiungere le cifre di milioni di ebrei gasati, i nazisti uccisero diverse decine di migliaia di esseri umani con il pretesto umanitario che le loro vite non valevano la pena di essere vissute.

 

Siamo Così

Anna Cavallo

 

Fonti:

Dott. Domenico Massano Pedagogista/educatore, formatore, libero ricercatore, attivista e amante dello sport (oggi insegnante tecnico FIJLKAM, per lungo tempo allenatore del Comitato italiano paralimpico), da circa 30 anni impegnato nel sociale in diversi ambiti, con particolare attenzione ai diritti delle persone con disabilità e alla costruzione di una società inclusiva. http://www.domenicomassano.it

SHOAH/ Auschwitz e la “soluzione finale”: storia di un progetto criminale, di Roberto Locatelli, 26.01.2020, https://www.ilsussidiario.net/.../shoah.../1977251/

https://www.youtube.com/watch?v=z7kldj4zE58

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