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UN FILM AL MESE
PARLIAMO DI FEDE E DI LIBERTA' COMMENTANDO UN FILM
“Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli.”
PREMESSA
Secondo quale criterio si stabilisce quali argomenti possano essere affrontati pubblicamente e quali debbano invece essere discussi in forma esclusivamente privata? In cosa consistono la libertà di espressione e di parola? Fino a che punto il diritto a difendere i propri valori non invade la sfera di libertà altrui? Il film God’s Not Dead 2 si snoda lungo il delicato rapporto fra Stato e Chiesa, tra le regole del mondo secolare e la volontà di proclamare ciò in cui si crede: quando persino una verità documentata da prove storiche sembra essere messa in discussione, fino a quale limite si è disposti a rischiare per sostenere la propria idea di fronte alla pubblica piazza?
IL CONTESTO DEL FILM
Ispirato a numerose cause legali americane che hanno visto i Cristiani accusati di proselitismo nella società civile, God’s Not Dead 2 riflette su quale rapporto esista fra la religione e lo Stato e dove si collochi la linea di demarcazione tra il sentimento religioso e la laicità. La storicità di Gesù Cristo – illustrata da Grace Wesley agli alunni della sua classe di liceo – diventa argomento centrale della causa legale che vede la docente, cristiana, accusata di aver violato la separazione fra Stato e Chiesa. La riflessione si estende poi al concetto di “libertà di espressione” e al diritto di manifestare i propri valori nella società civile.
Il film invita a domandarsi se Dio debba essere bandito dal pubblico dibattito e fino a che punto si sia disposti a rischiare personalmente e professionalmente per difendere ciò in cui si crede.
LA TRAMA DEL FILM
Basato su un caso legale reale, GOD’s NOT DEAD 2 è ambientato in un aula di tribunale dove un giovane avvocato (Jesse Metcalfe) deve difendere un’insegnante di liceo, Grace Wesley (Melissa Joan Hart), dall’accusa di proselitismo durante le sue lezioni. L’accusa, rappresentata da uno dei più prestigiosi avvocati americani (Ray Whise), vuole creare un precedente finalizzato alla rimozione di ogni argomentazione di fede dai luoghi pubblici. La difesa riserverà alcune sorprese. Nel film s’intrecciano storia e attualità, fede e agnosticismo, spingendo adolescenti e adulti a interrogarsi sui temi più profondi dell’esistenza.
I CASI
Italia 13 ottobre 2017
Università di Macerata: pare che una professoressa abbia interrotto la lezione per un momento di preghiera, invitando gli studenti a recitare l’Ave Maria.
C’è stato chi ha recitato insieme alla professoressa l’Ave Maria, chi è rimasto in silenzio e chi si è alzato dal posto e se n’è andato, “In ogni caso si è trattato di una limitazione della libertà personale, di una cosa talmente assurda che non avremmo mai immaginato potesse accadere e dover segnalare questo accaduto ci fa letteralmente cadere le braccia” dichiara il movimento studentesco.
Il gruppo studentesco (Officina universitaria) chiede di rispettare la spiritualità dello studente, che è un fatto intimo e privato, invitando la professoressa a scusarsi direttamente con gli studenti per l’accaduto. Il Rettore Francesco Adornato è esplicito: "Si tratta di un atteggiamento assolutamente improprio e censurabile, mi scuso a nome dell'ateneo".
Regno Unito 2019
Richard Scott, medico cristiano di 59 anni, ha subìto una nuova indagine per aver condiviso la propria fede con un paziente. Giudicato innocente (la denuncia era anonima), sa che il clima laicista rimane pesante.
A sollevarsi contro di lui è stata prima la National Secular Society (Nss), che lo ha rimproverato per il fatto che un paziente «molto vulnerabile si è sentito a disagio sentendolo pregare». Poi, nonostante la Nss abbia ammesso che non ci fosse il nome del paziente a rendere certa la denuncia, il General Medical Council (Gmc) ha portato avanti il caso scoppiato a luglio, nonostante bastasse l’anonimato ad interromperlo.
LA LIBERTA' RELIGIOSA NELLA NOSTRA COSTITUZIONE
Art. 19 della Costituzione Italiana
Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume.
La norma in esame, insieme al successivo art. 20 Cost., afferma, implicitamente, il principio di laicità: lo Stato garantisce a tutti, cittadini e stranieri, di professare la propria fede, qualunque essa sia, senza che una religione sia privilegiata rispetto alle altre.
Articolo 20 della Costituzione Italiana
Il carattere ecclesiastico e il fine di religione o di culto d'una associazione od istituzione non possono essere causa di speciali limitazioni legislative, né di speciali gravami fiscali per la sua costituzione, capacità giuridica e ogni forma di attività.
Libertà di religione implica anche diritto ad essere atei (si veda, a questo riguardo, l'art. 250 comma 2 c.p.c., in tema di giuramento dei testimoni, come modificato dalla Corte Costituzionale nel 1979 e nel 1995). Peraltro, è innegabile che nel nostro ordinamento la religione cattolica abbia una posizione di rilievo rispetto alle altre confessioni (v. art. 7 e 8 Cost.). A livello comunitario, infine, questa libertà è garantita dall'art. 10 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea.
Allo scopo di rendere effettiva la tutela del fenomeno religioso, la Costituzione riconosce la facoltà dei singoli e delle associazioni religiose di costituire enti a carattere ecclesiastico, a fine di religione o di culto. Tale principio viene assicurato a tutti gli enti religiosi, cattolici o meno, a tutela dell'eguale libertà di fede religiosa.
Aspetti importanti di questa libertà sono l'obiezione di coscienza, cioè il diritto di astenersi dalle attività che contrastano con la propria fede il quale si lega alla libertà di pensiero di cui all'art. 21 Cost. e la questione del crocifisso nei luoghi pubblici.
Il buon costume rappresenta l'unico limite alla libera manifestazione del culto e si identifica con i valori della morale pubblica, non solo quella sessuale. Si ritiene, inoltre, che esista un limite implicito dato dal rispetto dei fondamentali diritti di libertà della persona
Articolo 1 Carta dei diritti fondamentali dell'UE - Libertà di pensiero,coscienza e di religione
1. Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione. Tale diritto include la libertà di cambiare religione o credo, così come la libertà di manifestare la propria religione o il proprio credo individualmente o collettivamente, in pubblico o in privato, mediante il culto, l'insegnamento, le pratiche e l'osservanza dei riti
2. Il diritto all'obiezione di coscienza è riconosciuto secondo le leggi nazionali che ne disciplinano l'esercizio.
Chesterton, “Nella nostra civiltà moderna la libertà di parola
sta a significare, in pratica, che siamo tenuti a parlare
soltanto di cose irrilevanti”
APPROFONDIMENTI INTERDISCIPLINARI RELATIVI AL FILM:
GOD'S NOT DEAD2
Storia
Diritto
Filosofia