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IL CAOS DELLA SCUOLA ITALIANA

 

 

 

 Il futuro di un paese si basa sul suo livello di istruzione, perché la cultura stimola la conoscenza e le capacità individuali che si traducono in ricerca, benessere, qualità di vita, arte, formazione, rispetto, educazione.
Come sancito dalla Costituzione abbiamo il diritto-dovere allo studio, che forma intellettualmente, moralmente, socialmente.


L’istruzione rende l’uomo libero e genera democrazia. L’ignoranza rende l’uomo schiavo e genera dittatura.
In Italia sono anni che il sistema educativo e di formazione soffre ed è inadeguato.
Alunni considerati come pecore da indottrinare, rinchiusi e ammassati in recinti fatiscenti e pericolosi, lasciati ad iniziative individuali di quei pochi insegnanti che lavorano con passione e non solo per lo stipendio e la pensione. Nelle scuole mancano addirittura la cartaigienica e i fogli per le fotocopie.


Questa è la nostra scuola.


Ora il covid ha scoperchiato il vaso di pandora mettendone in risalto tutte le qualità.
Così dopo lo scompiglio della DAD che ha scioccato alunni, insegnanti e famiglie, a poche settimane dalla riapertura ipotetica delle scuole, ancora non sappiamo che “fine” faranno i nostri figli, nipoti, i nostri bambini, i nostri giovani.


Per molti il problema è solo logistico, ovvero dove collocare questa parte di società che sembra un peso più che il futuro del paese. E si perché bambini e giovani infastidiscono con le loro pretese e le loro esigenze.


Meglio gli animali domestici!


Comunque per loro il Governo si è attivato subito con una organizzazione adeguata, ha risposto alle loro esigenze con assunzioni di precari e banchi con rotelle e come per incanto le aule si sono allargate e i 25 alunni che erano stipati in pochi metri quadri ora troveranno collocazione in ampie aule dove sarà rispettato il distanziamento sociale.


Per non parlare poi degli investimenti che gli enti locali hanno fatto per la sanificazione degli edifici con impianti di areazione che permetteranno il riciclo dell’aria nelle aule, con i lavori di ristrutturazione di edifici chiusi per fatiscenza, per l’acquisto di prefabbricati da utilizzare come aule dove possibile, ma soprattutto per l’utilizzo di edifici scolastici già predisposti ed accoglienti delle scuole paritarie.


Ecco cosa si doveva fare per sostenere i nostri ragazzi!


Purtroppo ‘i sogni son desideri’, resta il problema serio e non risolto del 15% di alunni senza collocazione, ovvero 1,2 milioni di persone.
Anna Monia Alfieri esperta di politiche scolastiche e referente scuola Usmi e Cism propone al Governo di utilizzare le 40mila statale e le 12mila paritarie. E aggiunge “Le paritarie grazie alla autonomia sono pronte, autonome ma non libere. Le statali, libere ma non autonome con le mani legate non ripartono.”
Una proposta di buon senso che permetterebbe ad intere classi di essere spostate in istituti paritari disponibili, consentendo anche a queste scuole di rimanere aperte.


Il futuro sono gli studenti di oggi, la loro istruzione dovrebbe essere la priorità di uno Stato, la libertà educativa dovrebbe essere garantita e accessibile a tutti. Una sana competizione tra le scuole evita appiattimento e omologazione educativa, apporta creatività e iniziative, con il fine comune che è il bene dei ragazzi.
Serve una strategia che miri ad un unico obbiettivo: quello di generare persone capaci soprattutto di ragionare e poi di avere competente specifiche.


Ora per risolvere l’emergenza Covid, si potrebbe iniziare un progetto di ristrutturazione qualitativa della scuola Italiana mai messo in pratica anche se riconosciuto dall’ art.33 comma2 della Costituzione e ribadito dalla legge n. 62/2000, con un Patto Educativo che risolva praticamente i problemi attuali di apertura delle scuole e che getti le basi per un miglioramento della scuola italiana.


Non si limita un diritto per ragioni prettamente ideologiche con conseguenze che compromettono la libertà di un intero Paese.

 

Germana Biagioni
21 agosto 2020

 

#diritti #istruzione

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